Sunday, March 4, 2007

Ciao, Osvaldo.


Osvaldo Cavandoli @ MySpace:
www.myspace/osvaldocavandoli

8 comments:

Anonymous said...

avevo letto stamattina su afnews, e ancora stento a crederci.
mi dispiace tantissimo.
r--

Anonymous said...

Che brutta notizia. Sabato ci ha lasciato Osvaldo Cavandoli, grandissimo maestro del cartone animato.
La sua Linea meritava, in vita, un posto chiave nella cultura popolare. Perchè i suoi film sono ancora capaci di farci ridere a quasi quarant'anni dalla loro creazione. Perchè hanno il ritmo e le gag degne del miglior Totò o di Charlot. E perchè la soluzione grafica di ricondurre tutto a una semplice linea era puro genio, una di quelle invenzioni sempre attuali eppure così semplici che quando le vedi (ma si vedono molto raramente, a dire il vero) puoi solo far valigie e iniziare a costruire da un'altra parte, perchè su quel fronte è impossibile concepire qualcosa di più efficace.
La Linea era un personaggio cinico, anarchico, pieno di voglia di vivere. Sono pochi i personaggi di questo spessore. Altro che i cartoni animati giapponesi, come diceva lui.
Ma adesso devo ammettere che è soprattutto la persona che mi manca, non il suo genio.
Mi mancheranno quelle scappatelle nel suo studio, le barzellette, le caramelle, quel fare disincantato da vero umorista che non si prende mai sul serio. Una piccola pausa capace di farti passare meglio la giornata, proprio come sanno fare i suoi cartoni animati. Sapere che non potrò più vivere queste cose mi da un senso di vuoto e mi fa stare male. Vorrei fare l'ultima telefonata, sentirlo che mi chiama "Ivan il Terribile" e che mi dice che ci possiamo vedere la mattina o il pomeriggio dopo le tre per parlare della prossima collaborazione. Ma non posso farlo più, mamma mia.

La prima volta che incontrai Cavandoli fu sei anni fa. Ero ancora un ragazzino che andava al liceo, e mi serviva un buon servizio per la mia nascente fanzine di fumetti. Mi accordai per un'intervista grazie al signor Ravoni della Quipos e mi fiondai con i miei amici nel suo studio a Milano.
Quel giorno ci prendemmo tutti tantissima pioggia, ma realizzammo davvero un gran bell'articolo. I mezzi erano quelli che erano, e noi di certo non eravamo tra i più professionali, anzi, ma Cavandoli dette il meglio di sè da vera rockstar qual era. Ci raccontò della sua voglia di sintesi, della sua tecnica di animazione, rapida e impeccabile, e soprattutto del rammarico per non vedere più la sua Linea nelle televisioni italiane.
Già, perchè lui era " Nemo propheta in patria", come spesso amava sottolineare. I suoi cartoni animati venivano trasmessi in tutto il mondo meno che in Italia. Sia la televisione di stato che quella privata ignoravano questa grande rivoluzione del linguaggio che era la Linea. Forse perchè ebbe la fortuna/sfortuna di legarsi all'azienda Lagostina, che alla fine finì per appropiarsi di tutta la notorietà di un personaggio capace di andare mille miglia più lontano di un semplice marchio pubblicitario.
L'Italia dovrà pagare lo scotto di non averla riconosciuta come si doveva. I geni non sono fatti per questo paese, si sa.
E poi Cavandoli era una delle persone più creative e disponibili che io abbia mai conosciuto. Tant'è che ebbi l'enorme fortuna di averlo come collaboratore fisso della rivista da quel momento in poi. Era quasi come andare a trovare uno zio eccentrico, che ci aveva preso a cuore e ci riempiva di disegni. Era lo spirito guida della rivista, era bello sapere che si poteva sempre contare su di lui. Ricordo quando accettò di disegnare una mia sceneggiatura sui vampiri, lui che non amava le storie dell'orrore, o quando mi spedì via fax la sua versione del mio personaggio Puck. Un'altra volta ci lesse delle sue poesie molto belle nello stile di Vinicio de Morales. Ricordi bellissimi che terrò con me per sempre.

L'ultima immagine che ho di Cavandoli risale a qualche mese fa. Era meno divertito, le cose non gli giravano proprio per il meglio. Aveva praticamente smesso di lavorare, disegnava la Linea che camminava e camminava per tenersi in allenamento. Nessuna richiesta allettante di lavoro, le televisioni che continuavano a ignorare l'enorme potenzialità di un Autore di questo calibro che aveva ancora tanto da dire. Avrei dovuto dirgli sinceramente come la pensavo su queste cose, che l'ammiravo tantissimo e che gli ero grato di tutto quello che aveva fatto per me e per la rivista. Che era un genio del cinema dell'animazione e un importante punto di riferimento, che quelli delle televisioni sono degli stronzi. E soprattutto che gli volevamo bene.
Ma tenni tutto per me, perchè nessuno dei due amava i sentimentalismi.
E così abbiamo fatto i cinici e ci siamo salutati, per l'ultima volta.
Non so come continueranno le cose, cosa sostituirà quello studio in cui io e i miei amici abbiamo passato ore indimenticabili o chi più risponderà a quel telefono. Spero solo che tutta l'attenzione che si sarebbe meritato in vita non arrivi solo ora dopo la sua scomparsa, o almeno non dalle stesse persone che hanno preferito oscurare la sua arte, perchè sarebbe davvero inopportuno per uno come lui che si prendeva gioco dei "coccodrillli" giornalistici e delle celebrazioni ipocrite.

Addio, Cava. Mi mancherai
Ivan

Bruno Olivieri said...

Parlammo di lui in radio, qualche settimana fa durante la tua intervista telefonica, ricordi?
Peccato, un altro grande che se ne va.
:-(

Piero Tonin said...

Al di là del grandissimo dolore per la scomparsa del Cava, che Ivan ha descritto così bene, quello che dà un ulteriore dispiacere è il silenzio dei media.
Ma ormai, come ho già scritto altrove, non mi stupisco più di quello che succede in televisione, mezzo di rimbambimento di massa vergognosamente autoreferenziale. Per fortuna non ne possiedo più una da anni, a cosa serve ormai quando esiste la rete?
La Linea del nostro amatissimo Cava è uno dei simboli dell'Italia, come la pizza, la Vespa, Fellini, la Torre di Pisa. La rete le renderà giustizia, lo sta già facendo.

Anonymous said...

Clap clap clap!

Anonymous said...

CIAO PIERO. MI PIACEREBBE CONTINUARE A DARE VITA ALLLA LINEA. SECONDO TE SAREBBE CONTENTO OSVALDO ? .... COSA NE PENSI? p@515.it

Anonymous said...

scusate la mail di prima che è un po ermetica . non sono solito scrivere sui blog. START HERE sto lavorando ad un progetto per il lancio di un prodotto italiano che renderebbe giustizia al genio di Osvaldo. e vorrei sapere come si puo fare per ridare vita alla linea? come recuperarne il carattere..
voi che avete avuto la fortuna di conoscere osvaldo potreste aiutarmi a farlo? SAREBBE FANTASTICO ..
quanto tempo ci vuole a realizzare 30 secondi di Linea? Grazie a presto Luca

DINTOONS said...

piero, your cartoons are simply wonderful in their style and simplicity!! love the way you model your toon forms from such simple lines!!

very inspiring and very funny indeed!! thanx!! :o)